Tornato a Torino in fretta e furia negli ultimissimi giorni di mercato dopo l'addio di Cristiano Ronaldo, tra i tifosi circolano ancora parecchi dubbi sulle qualità di Moise Kean, ed in molti sottolineano come non sia un giocatore da Juventus.
La redazione di Tribuna.com, al di là delle opinioni personali, oggi vi offre 3 spunti di riflessione per valutare più in generale il classe 2000:
NUMERI CHIARI
Il primo motivo è strettamente legato proprio all'età, dato che Kean non ha ancora compiuto 23 anni e ha già segnato 46 gol tra i professionisti, un numero importante che supera persino quello di Ciro Immobile (ex Capocannoniere della Serie A) che, alla sua età, era fermo a quota 34 e giocava nel Genoa (dopo Siena, Grosseto e Pescara, squadre sicuramente non di prima fascia).
INVESTIMENTO IMPORTANTE
In secondo luogo, poi, bisogna valutare l'operazione a livello economico e capire che la Juventus ha fatto un investimento importante e dunque (che piaccia o no) prima di bocciarlo definitivamente (o peggio, di svenderlo) bisogna dargli varie chances.
7 milioni di prestito biennale dall'Everton (3 l'anno scorso, 4 questo) e poi un obbligo di riscatto di 28 milioni (più eventuali 3 ulteriori di bonus) per un'operazione totale da 35 milioni: non sono sicuramente spiccioli su cui ci si può chiudere un occhio.
AMPI MARGINI DI CRESCITA
Infine bisogna ricordare, ancora una volta, che Kean ha appunto appena 22 anni e come i classici "predestinati" ha già avuto alti e bassi in carriera: quest'anno è a quota 7 gol in appena 1021' giocati in 28 presenze stagionali, una media realizzativa comunque buona per un ragazzo giovane.
Giocare nella Juventus e allenarsi tutti i giorni con campioni del calibro di Di Maria, Chiesa, Vlahovic e gli altri sicuramente non può che fargli bene e migliorarlo nel lungo periodo: ci vuole un po' di pazienza, almeno finchè non si potrà dare un giudizio definitivo su un attaccante fatto e finito (non lo è ancora).
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